Il teorema di Fourier afferma che un qualsiasi segnale
periodico, sotto alcune condizioni matematiche (sempre verificate per i segnali
fisici), può essere ottenuto mediante la somma di un termine costante e di
infinite funzioni sinusoidali, le cui frequenze sono multipli interi di quella
del segnale (ovvero le cui pulsazioni sono multipli interi di quella del
segnale). Indicando con 0 = 2f0 la pulsazione di un
segnale periodico v(t) a frequenza f0, il
teorema ha la seguente espressione matematica, definita sviluppo in serie di
Fourier: Nell’espressione 1, 0 è la
pulsazione del segnale periodico v(t), e t è, ovviamente,
la variabile tempo; rimangono dunque da determinare, nei casi concreti, il
valore del termine costante A0, nonché i valori dell’ampiezza
An e della fase iniziale n
di ciascuna delle funzioni sinusoidali presenti nella serie. Tali valori
sono diversi da caso a caso, dipendendo dal particolare andamento del segnale v(t)
considerato. Il teorema di Fourier, che può essere esteso con le
opportune modifiche anche ai segnali non periodici, può essere visto da due
angolazioni diverse. Da un lato esso afferma che qualsiasi segnale, al fine
della determinazione del suo comportamento, può essere visto come la somma
delle sue componenti armoniche (analisi di Fourier, fig. 1); dall’altro lato,
lo stesso teorema afferma che sommando un termine costante e termini sinusoidali
di opportuna frequenza, ampiezza e fase iniziale, è possibile ottenere
qualsiasi segnale, entro i limiti matematici della validità del teorema stesso
(sintesi di Fourier, fig. 2). |